Il gigante siciliano: l’Etna e il suo ecoturismo

Cari Vacabondi, 

in Italia, più precisamente nella provincia di Catania, abbiamo la fortuna di avere un magnifico patrimonio vulcanico: l’Etna, un’eredità naturale per il mondo.

Questo bene naturale del nostro Paese è una potenza della natura che quasi intimorisce, ma allo stesso tempo possiede una misteriosa bellezza che sa affascinare i suoi visitatori.

Storia culturale e geologica

Fin dall’antichità, l’Etna ha un’attività incessante che ha dato vita a diversi miti e leggende. 

La realtà primordiale del vulcano, il quale è sempre stato visto come un respiro inarrestabile della terra, ha ispirato infatti moltissimi poeti anche nel passato.

Ad esempio, i primi riferimenti storici riguardanti l’attività dell’Etna si trovano negli scritti di Tucidide e Diodoro Siculo (di circa 3000 anni fa), come anche in quelli del poeta greco Pindaro.

Ma la genesi geologica del vulcano risale a molto tempo prima rispetto ai testi scritti iniziali. L’Etna, infatti, si è formato nel corso delle ere attraverso un lungo processo di costruzione e distruzione cominciato circa 570.000 anni fa, durante il Pleistocene medio.

Il vulcano e il suo turismo sostenibile

L’Italia si sta impegnando sempre di più a tutelare l’ambiente attraverso i viaggi ecologicamente responsabili, così come la Sicilia stessa.

È importante sapere che l’Etna vanta di essere una delle maggiori risorse per l’economia dell’isola.

A differenza del turismo che si rivolge al resto delle attrazioni storiche, artistiche e paesaggistiche della Sicilia, però, il turismo dell’Etna si impegna ad essere il più sostenibile possibile.

Il progetto di Ecoturismo è orientato verso delle valide basi ecologiche, naturalistiche ed etiche. Non si tratta, quindi, del solito turismo di massa, ma si rivolge ai singoli individui che voglio intraprendere un viaggio di conoscenza e di rispetto della natura.

Le visite da parte dei turisti, infatti, risultano avere il minimo impatto possibile sull’habitat del Parco dell’Etna.

Ecco perché:

> Non possono essere utilizzate jeep, quad o funicolari. Si predilige seguire gli itinerari per le escursioni, i quali sono condotti da guide naturalistiche professionali.

Questo è anche il modo migliore per conoscere realmente l’intimità del vulcano.

Si richiede ai visitatori di accettare e conoscere l’ambiente che si sta visitando nella sua integrità, senza pretendere di modificarlo o adattarlo a sua convenienza.

È fondamentale, quindi, preservare e conservare l’habitat dell’Etna, sostenendo il benessere del vulcano stesso e delle popolazioni locali.

> L’obiettivo deve essere quello di studiare e ammirare lo scenario, le sue piante ed animali selvaggi, senza violare o inquinare la loro natura.

Attualità

L’immobilità apparente dell’Etna non deve ingannare: il vulcano, infatti, ha circa 500 mila anni di attività eruttiva.

Esso ha eruttato decine di volte negli ultimi 50 anni. Inoltre, di recente (metà febbraio 2021), abbiamo avuto nuovamente modo di assistere a delle colate di lava.

Tra le eruzioni più notevoli del recente periodo storico, voglio ricordarvi:

  • 1981, eruzione piuttosto minacciosa. La lava raggiunse e distrusse la Ferrovia Circumetnea, la strada provinciale ed altre importanti Ferrovie circostanti, proseguendo fino al fiume Alcantara
  •  1983, evento importante in quanto indusse al primo tentativo al mondo di deviazione della colata lavica per mezzo di esplosivi
  • 1991, la più lunga eruzione del XX secolo (durata: 473 giorni)

Attualmente l’Etna è sempre controllato dall’osservatorio permanente di Catania, il quale è attivo 24 ore su 24. Qui sono monitorate le variazioni più significative e i dati satellitari.

Inoltre, sono presenti sismografi, telecamere termiche e sensori del campo gravitazionali.

La natura variabile del vulcano

Nel corso degli anni, l’Etna ha cambiato altezza e dimensioni; questo perché tutti i vulcani si muovono e si trasformano.

Dalle ultime ricerche, infatti, si può osservare che il fianco orientale ha dei movimenti diversi, quasi preoccupanti se confrontati a quelli del fianco occidentale. Il fianco orientale, infatti, sembra si stia muovendo in direzione del mare. 

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