Cari amici vacabondi, quest’oggi voglio raccontarvi di un viaggio programmato, ma mai realizzato per vari motivi. In ultimo covid, ma prima il terrorismo e l’incertezza nel territorio.
Questa volta non c’entra la mia compagna, per quanto ami viaggiare, bensì mio fratello. Anche lui ama molto viaggiare e insieme abbiamo pensato a questa meta: Marrakech.
Una città piena di colori e cultura
Sarebbe un grosso errore partire con dei pregiudizi e non vi nego che io stesso ne ho avuti alcuni nei confronti delle città africane. A spaventarmi di più era la loro cultura. Siamo europei e cattolici, loro musulmani. Però l’influenza francese ha smorzato alcuni fondamentalismi e reso Marrakech un luogo cosmopolita.
Abbiamo iniziato così a stilare una lista dei luoghi che volevamo assolutamente vedere. Tra i primi luoghi cerchiati troviamo Jemaa el Fna. Non scambiatela per una banalissima piazza, anzi questo luogo è stato nominato Patrimonio Unesco nel 2001. Questa piazza è il cuore nevralgico della città.
Un mix di artisti di strada, chiromanti (occhio a farvi leggere il futuro), scrivani, erboristi, ammaestratori di scimmie e serpenti, musicisti e danzatori ci attendono in questo enorme palcoscenico a cielo aperto.
Essendo mio fratello ingegnere ha avanzato una richiesta che ho accolto sin da subito: vedere la famosa architettura arabo-andalusa e l’arte ispanico-moresca realizzata su marmi, ceramiche e pietra.
Per questo abbiamo segnato un luogo che racchiudesse anche la mia richiesta: scoprire qualcosa in più sul Corano. Ali ben Yousef era una scuola coranica del XIV secolo, chiusa definitivamente nel 1962. Visitarla per noi significava entrare in contatto con la cultura del luogo e la sua arte.
Altro luogo cerchiato è Palazzo Bahia. Prima di sceglierlo abbiamo letto su internet le varie recensioni e l’abbiamo trovato davvero interessante. Dal punto di vista architettonico questo luogo è l’emblema dell’architettura marocchina. Usata come residenza reale, il palazzo vanta una storia di oltre 200 anni.
Una delle opere artistiche che dobbiamo, e credo anche voi, è la necropoli dei Sa’aditi. Scoperta da archeologi francesi nel 1917 questo luogo funerario è ricco di storia e tradizione. Qui vi sono sepolte numerose dinastie e famiglie reali del Marocco. Ciò che a noi preme vedere in questa necropoli è la Sala delle Dodici Colonna, dove è situato il mausoleo dedicato ad Ahmed el Mansour (detto il Vittorioso per i suoi successi bellici).
Infine abbiamo cerchiato l’ultima attrazione che vorremmo vedere a Marrakech. Tutto ciò che abbiamo cerchiato finora riguardava la zona vecchia della città, ma la nuova? Presto detto: Ville Nouvelle, ovvero una villa dove hanno vissuto importanti artisti francesi.
Costruita in stile art decò, la villa presenta una tonalità particolare di blu che secondo la leggenda Majorelle avesse appresso e modificato da un’antica tribù locale. La villa ha anche un bellissimo giardino che merita di essere visto.
Cosa non fare a Marrakech
“Paese che vai, usanze che trovi” diceva mia nonna. Dunque abbiamo deciso, attraverso internet e amici che c’erano già stati, cosa o no si potesse fare dentro la città marocchina.
L’Islam, si sa, è molto diverso dal cristianesimo, dunque evitate di bere alcolici in giro per strada. E’ un dettame del Corano e lì non è solo il testo sacro, ma bensì una legge.
Altra regola, sempre proveniente da Corano, è il non vestire in modo appariscente. Addio a shorts aderenti, canottiere, scollature e trasparenze. Nei resort potrete anche girare in bikini e costumi aderenti, ma per strada evitate. Ah ricordate di mettere l’intimo sotto.
Infine una cosa curiosa. Gli abitanti di Marrakech sono poveri e dunque cercano di sbarcare il lunario come meglio possono. Dunque fare foto senza il loro consenso e una piccola offerta potrebbe essere pericoloso. Chiedete sempre il permesso e preparatevi a lasciare una mancia per quella foto. 9 volte su 10 accetteranno e finirà tutto con una bella foto ricordo.
Noi non vediamo l’ora di andare alla scoperta di questa affascinate città nel cuore del Marocco.